L’evoluzionismo
Iniziamo un nuovo filone che viene fatto rientrare nel positivismo ottocentesco perché rappresenta l'affermazione di un modello della storia della natura e dei meccanismi che la governano che è diventato modello fondamentale della scienza contemporanea, ovvero l'evoluzionismo.
Darwin
L'evoluzionismo non l'ha inventato Darwin, per primo ne parlò Lamarck ma in realtà l'abbiamo anche già trovata in Shelling; la differenza del lavoro di Darwin è il fatto che lui ha garantito la propria teorizzazione attraverso tutto un corredo di osservazioni empiriche che riuscì a compiere tra il 1831 del 1836 quando, imbarcatosi su un mercatino di nome Beagle, compì esplorazioni in ogni parte del mondo che lo convinsero che la storia dell'uomo fosse una storia segnata da cambiamenti e non basata su quel fissismo che la concezione creazionista concepiva.
Nel 1839 Darwin espone queste sue osservazioni in un diario chiamato “Viaggio di un naturalista intorno al mondo” nel quale spiegò la conclusione a cui era raggiunto attraverso le sue osservazioni, ovvero che le specie naturali si modificano gradualmente; quello che si trattava di scoprire era la legge che il reperimento dei fossili e l'osservazione delle specie secondo Darwin aveva dimostrato, ovvero l'evoluzione graduale delle specie, cioè in pratica bisognava cercare i meccanismi per cui si registravano queste modificazioni delle specie (modificazioni all'interno di una specie ma anche nascita di nuove specie). La possibile risposta in realtà Darwin la trovò in un testo del 1796 di Malthus intitolato “Saggio sul principio di popolazione”, in questo testo Malthus spiegava come la popolazione crescesse in modo esponenziale mentre le risorse crescessero in modo aritmetico e che questo creava delle crisi in quanto c'era sempre meno cibo per una sempre maggiore popolazione. Questo diede lo spunto a Darwin perché così come nella storia la selezione agisce attraverso una lotta per la sopravvivenza (perché sopravvivono soltanto quelli che riescono ad alimentarsi sufficientemente), allo stesso modo sarebbe avvenuto secondo Darwin anche per le specie in generale.
Così nel 1859 Darwin scrisse “L’origine della specie per mezzo della selezione naturale”, come sappiamo la pubblicazione di questo testo fece moltissimo scalpore e piombarono molte critiche, soprattutto dagli ambienti religiosi, perché andava contro tutto quello che era stato asserito dalla chiesa per millenni. La situazione peggiorò quando scrisse “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale” perché formula anche per l'origine dell'uomo una concezione naturalistica ed evolutiva che segnava l'origine della specie dell'uomo come una sorta di continuità con il mondo animale, come una deviazione evolutiva di una determinata specie di primati. Fece scalpore non solamente perché andava contro ogni insegnamento della Chiesa ma anche perché sulla centralità dell'uomo si era basato tutto il pensiero occidentale, sulla distinzione dell'uomo rispetto agli animali (basti pensare alla concezione rinascimentale di Pico della Mirandola che poneva l'uomo come mezzo tra le creature angeliche e le bestie o a Cartesio che poneva l'uomo come unico animale dotato della sostanza spirituale); quindi questo testo non rompeva soltanto con un certo tipo di pensiero ma con una nuova concezione dell'uomo e soprattutto dell'uomo occidentale, non a il caso uno dei primi che reagii a questa teoria il primo primo ministro dell'epoca vittoriano.
Darwin torna dal suo viaggio intorno al mondo nel 1836 e mentre scrive il suo diario sorge in lui la convinzione che in campo biologico c'è stata un'evoluzione delle specie, perché solamente l'evoluzione della specie potrebbe dimostrare la successione delle specie nel corso del tempo con i fossili avevano dimostrato, ma soprattutto secondo Darwin era anche l'unica concessione che potesse spiegare la distruzione delle specie viventi nel panorama globale.
Molto importante per capire come questo pensiero sia un modello compiuto di pensiero positivista è quello che, parlando delle sue ricerche, Darwin afferma sul metodo.
Lettura “Lavorai secondo principi baconiani”
Darwin dice di utilizzare un metodo baconiano, ovvero le famose tavole di osservazione di Bacone; ma molto importante è il richiamo che Darwin fa sull'applicazione del metodo baconiano sulle forme domestiche, perché sta proprio dall'osservazione delle forme domestiche (non solo degli animali ma soprattutto delle piante) che gli fa venire in mente la possibile soluzione per giustificare come può avvenire questo tipo di cambiamento. Infatti osserva che i giardinieri e allevatori ottengono delle variazioni delle forme biologiche attraverso la selezione artificiale, ovvero selezionando gli individui che si dimostravano più forti e quindi capaci di sopravvivere. Ecco perché arriva alla formulazione che probabilmente la natura ha lavorato come lavorano i giardinieri e gli allevatori, ovvero selezionando quelle forme di vita che si sono dimostrate più adeguate a corrispondere alle pressioni dell'ambiente, così nasce l'idea della selezione naturale, la quale viene confermata dalla lettura del testo di Malthus.
L’idea della selezione naturale è dunque quella che dice che la variazione delle condizioni ambientali e l'accrescimento numerico (tanto da diventare superiore rispetto all'ambiente) crea un problema che Darwin definisce problema di adattamento, nasce quindi una vera e propria lotta per l'esistenza e quelli che riescono a produrre in sé le variazioni necessarie per adeguarsi a questo problema di adattamento riescono a sopravvivere, mentre quelli che non producono queste variazioni adatte alle nuove condizioni di vita non sopravvivono e muoiono. In quelli che sopravvivono questi caratteri col tempo si trasmettono per ereditarietà, quando questi sono stati acquisiti in modo irreversibile possono rappresentare una trasformazione talmente radicale da costituire una nuova specie.
Quando Darwin pubblica queste sue nuove convinzioni il mondo culturale si spacca in due parti, ci sono quelli avversi alla teoria che appartengono alla classe dei conservatori (che si richiamano alla tradizione) e altri che invece vedono in questa teoria che fa sorgere la vita dal conflitto e dalla competizione una potenza esplicativa che avrebbe potuto funzionare in ogni ambito (ad esempio Marx ritiene giusta che l'opera di Darwin perché sembrava confermare quello che lui aveva detto a proposito delle classi sociali , ovvero che anche quelle si evolvono e si susseguono in base ai conflitti sociali e solamente le classi sociali che si sanno adattare poi riescono ad affermarsi, così come era successo alla borghesia sul feudalesimo all'inizio del seicento e così come succederà con il proletariato).
Ancora più problemi crea la questione relativa all'uomo perché a questo punto si tratta di spiegare se l'uomo è un'eccezione o se l'uomo rientrava all'interno di questo paradigma, ma essendo questa per Darwin una legge universale della natura ecco che non poteva non collocare l'uomo all'interno di questo meccanismi, infatti nella “Origine dell’uomo” Darwin confermò come anche nel regno umano dominano le leggi di ereditarietà, della lotta per l'esistenza e della selezione naturale. Ecco che l'origine della specie e la sua evoluzione rispetterebbero queste norme che regolano tutto, è però molto importante che questa comune discendenza da un ceppo originario dia la risposta a un altro fenomeno che è l'imperialismo, infatti se tutti discendiamo da un ceppo comune la razza umana è un'unica razza e quindi non ci sono razze meno degne di altre (non a caso in questo periodo si era formata una scuola che basava i suoi studi sulla distinzione di tipi di esseri umani per affermare la superiorità di alcune razze su altre, solo nel 1948 si arriverà alla formulazione da parte delle Nazioni Unite dell'inesistenza di razze differenti).
L'evoluzionismo quindi appartiene per certi versi al positivismo e si potrebbe anche dire che ne suggella il trionfo definitivo perché interpreta tutta la realtà in base a una legge esplicativa alla quale si giunge osservando quelli che sono i fatti naturali, ma nello stesso tempo l'evoluzionismo porta già in sé i germi di quella che sarà la critica che comincia a comparire a cavallo tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento al dominio del positivismo. Infatti con questo concetto dinamico che sta alla base dell'interpretazione evoluzionista si apre quell'orizzonte della vita che come vedremo sarà uno dei presupposti che porterà soprattutto un movimento filosofo a criticare i presupposti del positivismo; il movimento si chiama spiritualismo francese e il filosofo Bergson.
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